giovedì 21 febbraio 2013

LA NOSTRA POSIZIONE SULLA IPOTESI DI UNA CENTRALE A BIOMASSE LEGNOSE A GORIZIA Ritengo che la questione del parere del Consiglio Comunale alla proposta di variante urbanistica atta a consentire l’installazione di un impianto di produzione alimentato a biomasse legnose, previsto nell’area a ridosso della ferrovia all'altezza dell'Hotel Internazionale di via Trieste, richieda oltre che un opportuno approfondimento dei rilevanti impatti ambientali, anche un’adeguata informazione in favore dei cittadini. Diverse sono infatti le perplessità sulla localizzazione dell’iniziativa, che è di natura interamente privata, e che non chiarisce quali eventuali provvedimenti compensativi potranno essere messi a disposizione della collettività. Condividendo naturalmente le finalità ambientali, basate sul principio di riduzione dell’emissione in atmosfera di gas serra e sull’utilizzo di fonti rinnovabili, non si può trascurare l’evidente concentrazione locale di centrali ai danni di un territorio che vedrebbe a regime una capacità produttiva almeno tripla rispetto al consumo di picco. La prevista installazione comporterebbe la continuata esposizione delle zone circostanti ai gas inquinanti ed alle polveri prodotte dalla combustione, rilasciate da una ciminiera di 15 metri, e diffuse prevalentemente verso sud-ovest in particolare sui quartieri di S.Andrea e Campagnuzza, zone densamente popolate. Considero quindi necessario valutare una localizzazione alternativa, sempre in prossimità dell’asse ferroviario, ma in zona più periferica. Mi sembra inoltre il caso di suggerire che per provvedimenti di tale impatto (oltre alla centrale in passato è successo anche per il regolamento delle antenne della telefonia) il preventivo lavoro di approfondimento nelle commissioni competenti venga proposto già dalla Giunta, e non richiesto dalle opposizioni, in modo da evitare di sottoporre al Consiglio una delibera affrettata e superficiale, della quale troppo spesso il cittadino si trova a dover sopportare le conseguenze rimanendo all’oscuro delle decisioni. Stefano Abrami, Consigliere Comunale Italia dei Valori - Gorizia

lunedì 4 febbraio 2013

IL NAUFRAGIO DI GORIZIA Il naufragio della città è cosa ormai ben nota a tutti i cittadini. Qualche dubbio resta se sia altrettanto nota a tutti gli amministratori. Provveditorato agli Studi, Banca d’Italia, Zona Franca; ora è la volta dell’Azienda Sanitaria (che segue e precede una molteplicità di servizi e di specialità ospedaliere) e della Brigata Pozzuolo; a breve ATER, Provincia, Tribunale, quindi sarà la volta dell’Azienda Trasporti, della Motorizzazione Civile, della Prefettura. Qualcuno ha intenzione di urlare che può bastare? Che la città ha già abbondantemente dato? O ci vorremo ancora una volta piegare all’inadeguatezza quantitativa e qualitativa dei nostri rappresentanti politici, pronti a tirarsene fuori ogni volta con le peggiori giustificazioni? Penso che, fatta salva una strenua difesa dei servizi essenziali (e la sanità ne è il simbolo) una vera programmazione del futuro della città non possa prescindere da un serio rilancio delle sue prospettive più che da un precario rattoppo dell’esistente. Un futuro da perseguire puntando sulle specificità di Gorizia (città culturale, transfrontaliera ed internazionale, baricentro logistico di un territorio allargato ricco di attrattive), sulla sua ricchezza di infrastrutture sottoutilizzate o inutilizzate (aeroporto, autoporto, caserme ed unità industriali dismesse, struttura commerciale urbana) e sulla possibilità/necessità di progetti innovativi ed attrattivi (polo tecnologico ed energetico, cittadella sanitaria e dello sport). Ci vogliono fondi, è chiaro. Ma nel vortice di un processo di razionalizzazione che ha visto il nostro territorio pagare un prezzo così alto è giunto il momento che qualcuno ne chieda il conto, tanto alla Regione quanto a Roma. A partire da un vincolo di destinazione, rigidamente a favore della città, sui 12 milioni previsti per la vendita del vecchio Ospedale Civile. Un pezzo di Gorizia. Ai Goriziani quindi l’invito a disegnare il futuro della loro città; ai futuri parlamentari e consiglieri regionali il compito di pretendere un congruo risarcimento per il rilancio del territorio che li avrà espressi e che avranno il dovere di tutelare, con maggiore coerenza di chi li ha preceduti; infine al Sindaco, “capitano” della città che affonda, l’esortazion e a uscire dal torpore e ad iniziare a fare tutto quanto necessario e possibile per garantire il domani dei suoi cittadini. Gestire il declino non basta, le inaugurazioni a raffica e i botti di Capodanno non ingannano più nessuno; sono i fatti concreti che mancano, le indicazioni, il coordinamento. L’opposizione in Consiglio Comunale esiste anche per ricordare puntualmente tutto questo. Il Sindaco se ne faccia una ragione. Febbraio 2013 Stefano Abrami, Consigliere Comunale IDV a Gorizia