martedì 18 dicembre 2012

Al Sindaco del Comune di Gorizia Dott. Ettore Romoli Comune di Gorizia INTERROGAZIONE L’onere di amministrazione di una comunità e, conseguentemente, la gestione del denaro pubblico, implicano precise responsabilità sociali, in particolar modo a tutela delle fasce più deboli. Il concetto trova drammatica urgenza in una fase come quella che stiamo vivendo, dove risorse pubbliche già carenti vengono ulteriormente tagliate in nome di una spending review che spesso nell’intento di razionalizzare costi inutili finisce per cancellare servizi essenziali e costringe i cittadini a sacrifici su sacrifici; ed a maggior ragione in un’area in cui si registrano da anni chiusure di imprese, precarietà e perdita di posti di lavoro. Ho letto attentamente il rapporto tratto dalla Ricognizione sullo stato di attuazione dei programmi 2012 (documento ufficiale redatto dagli organi comunali), in cui si evidenziano i problemi del welfare: la riduzione di personale a fronte di un aumento delle prestazioni richieste, l’insostenibilità dei carichi di lavoro, la carenza di risorse per i servizi delle strutture socio-assistenziali e per l’espletamento delle politiche sociali proprie del comune (contributi alla natalità, abbattimento canoni di locazione, superamento barriere architettoniche, accoglimento minori stranieri, ricoveri per anziani, accoglimento adulti multiproblematici, potenziamento interventi domiciliari, contributi per nuclei familiari in difficoltà, interventi strutturali al centro Lenassi, rafforzamento servizi scolastici di trasporto e ristorazione). In questo quadro trovo inaccettabili e fuori luogo le parole dell’assessore Ziberna circa i festeggiamenti di Natale e Capodanno, apparse sui quotidiani del 12 dicembre: “se un po’ ovunque si taglia, noi invece manteniamo tutto e rilanciamo”; “chi verrà a Gorizia saprà che qui, a differenza di quanto succede altrove, lo spirito natalizio e la voglia di passare del tempo in allegria non mancheranno”. Sono uno schiaffo alla dignità delle persone che versano in condizioni di reale indigenza (per la realtà di Gorizia si parla di 1.600 soggetti ricorsi agli aiuti della Caritas nell’ultimo anno; la fonte è l’assessore Romano in un articolo comparso nei giorni successivi). Sono parole che ricordano in modo inquietante l’infelice affermazione di berlusconiana memoria che solo poco più di un anno fa negava l’esistenza di una crisi economica sostenendo che i ristoranti erano comunque pieni. Ritengo che destinare 160.000 euro di risorse pubbliche alla festa di fine anno, in uno scenario così difficile sia una bestemmia. Perché in tempi come questi lo spettacolo pirotecnico più grande della regione (come pomposamente sottolineato dall’assessore) andava tranquillamente lasciato ad altri; così come la mera riproposizione di una manifestazione molto consumistica e poco culturale che, se pure registra un buon successo di pubblico, alla fine gonfia le tasche degli espositori (spesso non goriziani) e ripaga la visibilità del sindaco e degli organizzatori, ma sul territorio lascia ben poco oltre al cumulo di immondizie del giorno dopo. Sia chiaro che non sono contro la festa; ma questa deve essere un diritto di tutti, anche di chi non riesce a gioirne perché il giorno dopo deve preoccuparsi di come scaldarsi, di come mandare a scuola i figli, se non addirittura di cosa mettere nel piatto. Ecco perché avrei preferito che fossero destinate maggiori risorse ai temi sociali, consentendo una festa certamente meno scintillante, ma probabilmente più duratura e condivisa. E per questo, l’affermazione “anziché tagliare, manteniamo e rilanciamo” avrei voluto sentirla da parte di qualche altro assessorato, in primis il welfare (per le emergenze di cui sopra), o le attività produttive (per interventi a sostegno del lavoro), o l’ambiente-protezione civile (per le iniziative più volte promesse, casette dell’acqua, sistemazione del territorio, investimenti in risparmio energetico), o anche dallo stesso assessore Ziberna, ma per finalità ben più nobili (iniziative culturali di livello, sostegno al volontariato). Penso che i cittadini desiderino un sindaco capace di guidare le scelte di quest’amministrazione con una finalità più responsabile e con un atteggiamento più sobrio e consono al quadro economico e sociale. Soprattutto più oculato, alla luce dei tagli effettuati in diversi altri campi, a fronte dell’ approssimazione con cui è riuscito a farsi sfuggire i contributi per l’edilizia scolastica, e della pessima gestione dei lavori pubblici, ad oggi bloccati (Via Diaz), incompleti o già fatiscenti subito dopo le affrettate inaugurazioni (Piazza Vittoria, Palasport) o con costi in continuo aumento (ascensore del castello). Chiedo pertanto al sindaco, già dichiaratosi pronto ad aumentare le tasse, di giustificare tali scelte di indirizzo, non solo al Consiglio, ma soprattutto ai cittadini che quotidianamente denunciano le carenze dei servizi, alle associazioni che si vedono tagliare i contributi, e alle realtà economiche che troppo spesso non trovano risposte adeguate. Chiedo inoltre, alla luce dell’ulteriore stanziamento di 1,5 milioni di euro di denaro pubblico da parte della Regione per l’ascensore del castello, di conoscere di quanto siano aumentati i costi di realizzazione di un’opera che, va ricordato, non era assolutamente una priorità, e che una volta completata è destinata a gravare ulteriormente il bilancio comunale con ingenti costi di gestione. Gorizia, 17/12/2012 ____________________________ STEFANO ABRAMI Italia dei Valori